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Visualizzazione dei post da aprile, 2016
STEFANO BAFFETTI E LA RESISTENZA DEL NARRATORE Con “L'Isola degli Uomini” un contributo interessante alla categoria del teatro civico e di memoria Sono virtualmente innumerevoli le storie di eroismo privato che vanno a comporre il mosaico della resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale. In questo ambito il teatro rivela le sue prerogative come catalizzatore, nonché vetrina ideale per la riscoperta di un patrimonio sociale, ancor prima che culturale e civile, attorno al quale si origina la nostra identità nazionale nella sua valenza migliore, scevra da nazionalismi o dalle approssimazioni della retorica. “L'Isola degli Uomini” di Stefano Baffetti rappresenta soltanto l'ultima occasione (in senso cronologico) di questa new wave ormai classica del teatro nostrano, ispirata al valore della memoria ed al meccanismo (o rito) del racconto, inteso come storia di vita vera e spesso vissuta, in cui l'atto medesimo dell'esposizione collettiva scolpis
“ LE NOSTRE DONNE”: QUASI UNA NOSTALGIA La commedia di Eric Assous diverte e convince con il trio “ Siravo- Morgese-Salce” Chi ama il teatro si trova spesso a condursi alla ricerca di performances di nicchia, talvolta ermetiche talaltra ombrose, proprio per via della purezza di quella passione che cerca intimamente di preservare intatta l'idea (o forse l'ideale) di un'arte elevata, più alta delle altre. In questo modo si corre il rischio di abituarsi all'immagine di un teatro visto come linguaggio criptato, raffinato ma perdente rispetto alla leggibilità ostentata e spesso scomposta dei linguaggi proliferati nelle viscere della babele tecnologica (il cinema e soprattutto la televisione, che trovano nel web un effetto di frazionamento ed eco ad infinito). Torna dunque necessaria una riflessione classica della modernità: esiste un'arte elevata, distinta dalla produzione commerciale? E' davvero impossibile una forma d'arte popolare, che riesca ad ag