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Visualizzazione dei post da settembre, 2016
“ RIGHT ON” di DANIELA MARCOZZI “ Right on” di Daniela Marcozzi si inserisce nel solco dello spettacolo politico, sviluppando un linguaggio performativo genuino e rituale che richiama le forme di tradizioni culturali lontane e pare voler rifuggire da una elaborazione formale complessa e strutturata. L'artista abruzzese parte da una vicenda realmente accaduta, relativa alla sorprendente facilità con cui possono avvenire gli arresti per attività sovversiva in virtù della legislazione anti-terrorismo codificata dopo i fatti dell'11 settembre 2001. Nel percorso che conduce alla scena, la materia originale viene trasfigurata notevolmente alla ricerca di un magma creativo solido ed indipendente, che Daniela Marcozzi reperisce attingendo sia al linguaggio corporeo che ad uno studio ampio condotto a raggiera sul tema della percezione del crimine. In particolare, l'attenzione viene focalizzata su “La Peste” di Albert Camus, non già sul piano testuale quanto in relazione al
“ ESODO” di Valentino Mannìas “ Esodo” di Valentino Mannìas riconnette in maniera programmatica il teatro di narrazione con la tradizione del racconto orale, che il giovane artista sardo (Premio Hystrio 2015 – “Miglior Attore alla vocazione”) deriva direttamente dal patrimonio popolare della sua terra d'origine. Il titolo allude al tema dell'emigrazione, che negli isolani amplifica i suoi toni, drammatici ma anche mitici, riuscendo a coinvolgere trasversalmente anche il pubblico “continentale”. L'aspetto forse più interessante dello spettacolo sta nella sua dualità: lavoro pirotecnico sul piano del ritmo e della comicità, quanto geometrico e studiato nella gestione dell'emozione; ti incolla con tutti i mezzi della tecnica teatrale a ciò che accade ora in scena, pur essendo uno spettacolo dove il testo gioca un ruolo rilevante e la spettacolarità ottenuta è in buona parte già contenuta e predisposta nelle maglie della scrittura. Così, Mannìas dissimula sul
SCENARI EUROPEI Seconda Edizione (15-18 settembre 2016) Secondo anno di vita per il festival SCENARI EUROPEI (15-18 settembre 2016), ideato e fortemente voluto dal Florian MetaTeatro , come appuntamento che apre la stagione pescarese. L'iniziativa aveva conosciuto una sorta di “anno zero” nel 2014, con una fortunatissima edizione di SPECIALE SCENARIO, focus dedicato agli spettacoli più interessanti usciti dal PREMIO SCENARIO. La proposta ha poi allargato i propri orizzonti artistici alla drammaturgia internazionale contemporanea ed agli artisti emergenti, giungendo alla formula attuale. Immutata rimane l'impaginazione: un programma denso di appuntamenti, che concentra in ogni serata almeno due proposte artistiche, ospitate rispettivamente presso lo Spazio MATTA in prima serata, e presso il FLORIAN ESPACE in seconda serata, dove lo spettacolo viene preceduto da un breve concerto musicale dal vivo e seguito da un incontro con gli artisti che si sono esibiti in giornata.
ARTE E MODERNITA' (2/2) Come i diversi linguaggi artistici interagiscono con i modi del vivere contemporaneo. (Seconda Parte) Il XX secolo si è caratterizzato in campo storico-artistico per aver posto in maniera quanto mai diretta un problema: qual è il ruolo dell'arte ? Il quesito è stato affrontato nelle forme più radicali e spietate, arrivando a mettere in questione lo scopo stesso dell'arte. Tradizione ed avanguardia si sono scontrate sullo sfondo di un contesto sociale in rapido cambiamento (l'abbattimento dei privilegi nobiliari, l'emersione del ceto proletario, l'ascesa della borghesia), con una organizzazione diversa dei diritti (individuali e non più di casta o di classe) ed un concetto di lavoro che da giogo si è trasformato in strumento di affermazione professionale e di espressione personale. Gli artisti del nuovo secolo (le cosiddette avanguardie storiche) si sono posti a stretto confronto con gli artigiani ed i lavoratori, cercando u
ARTE E MODERNITA' (1/2) Come i diversi linguaggi artistici interagiscono con i modi del vivere contemporaneo. (Prima Parte) Il funzionamento delle società moderne fa sì che l'arte venga percepita come uno strumento aggiuntivo, che serva a colmare i bisogni secondari (svago, divertimento, gusto) una volta che sono stati soddisfatti quelli primari (la sussistenza e la salute corporea). In questo senso, sembrerebbe un'invenzione tipica dell'oggi, di un tempo ovvero in cui l'organizzazione sociale -pur nelle disuguaglianze, nelle contraddizioni e nei limiti che ancora permangono- riesce a garantire una aspettativa di vita più lunga rispetto al passato. In realtà, la presenza dell'arte si attesta da sempre nelle società umane, come forma di comunicazione precedente all'invenzione della scrittura, a cui i popoli di tutte le latitudini hanno affidato un compito di espressione e di fissazione dei contenuti. La forma artistica (dalla pittura su pi
IL RISO E IL PIANTO, AI TEMPI DI CHARLIE HEBDO La famigerata vignetta del settimanale francese “Charlie Hebdo” sul terremoto di Amatrice attiva quesiti di base tutt'altro che nuovi, ma pur sempre stringenti: cos'è la satira? Si può davvero ridere di tutto? Esistono una buona ed una cattiva satira? Per satira si intende un genere artistico caratterizzato dall'attenzione critica verso temi legati alla politica, al costume o alla stretta attualità, con l'intento di metterne in rilievo -tramite l'esasperazione ed il riso- le contraddizioni, promuovendo il cambiamento ed progresso. La differenza tra comicità tout court e satira è dato proprio dal riferimento specifico ed esplicito che l'artista muove verso fatti e persone ben precise e riconoscibili, riferimento assente nel campo del comico e presente appunto in quello della satira. Fin qui la necessaria premessa teorica. Tuttavia, la serietà dei fatti che fanno da sfondo alla vicenda obbliga alla concret