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Visualizzazione dei post da agosto, 2016
TRA VOCE E AZIONE: INTERVISTA A CHIARA GUIDI (Socìetas Raffaello Sanzio) a cura di Paolo Verlengia Abbiamo incontrato Chiara Guidi, fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio e regista impegnata da anni in un lavoro di ricerca, focalizzato in maniera specifica sulle dinamiche legate alla voce ad alla sonorità. L'intervista che segue è stata realizzata nelle ore immediatamente precedenti alla messinscena de “La Cattedrale Sommersa” presso lo Spazio Matta di Pescara (30/07/2016). Emerge un discorso profondo su tematiche di assoluto interesse, come il ruolo della parola e dell'esperienza, la funzione del teatro e la percezione della realtà, il rapporto tra oralità e scrittura. § Il tuo ultimo lavoro – “La Cattedrale Sommersa” – è caratterizzato da una ricerca sul suono e sulla voce, il che a sua volta non rappresenta un esperimento estemporaneo, bensì è qualcosa che viene da lontano. Possiamo dire che questa ricerca rappresenti l'interesse principale per te e per
LA CATTEDRALE SOMMERSA - Socìetas Raffaello Sanzio Con La Cattedrale Sommersa, Chiara Guidi prosegue nel solco della sua ormai lunga ricerca sul suono e sulla voce, ove il teatro si fa strumento di perlustrazione e di scoperta. Il titolo del lavoro riprende l'immagine centrale di un romanzo -non fra i più popolari- di Philip K. Dick, il geniale romanziere statunitense, autore di tanti intrecci distopici da cui Hollywood ha saputo elaborare pellicole gloriose, oltre che fortunate (da Blade Runner a Minority Report ). Tuttavia, lo spettatore che si appresti ad assistere a La Cattedrale Sommersa troverà frustrata ogni attesa fantascientifica, per altro impropria rispetto agli effetti di cui è titolare il teatro e che riscoprono tutta la loro pienezza tramite questo tipo di operazioni. Va subito specificato infatti che non siamo di fronte all'adattamento de Il Guaritore Galattico di Dick, né alla rappresentazione o elaborazione di una delle sue parti. L'idea
UN TEATRO “VIVO”: INTERVISTA A MONICA CIARCELLUTI Intervista a cura di Paolo Verlengia Abbiamo incontrato Monica Ciarcelluti, attrice e regista pescarese, con all'attivo un percorso teatrale variegato, articolato su scala internazionale, che l'ha portata a conoscere realtà culturali, sociali ed artistiche assai differenti. Si tratta di un documento assai interessante, tramite cui è possibile cogliere le linee di coerenza che determinano la vocazione artistica e la guidano lungo esperienze apparentemente eterogenee. Quali sono le tappe fondamentali tramite cui potresti riassumere il tuo percorso artistico, dal manifestarsi dei primi interessi verso il teatro fino alla dimensione professionale? In realtà da sempre, sin da bambina “ho giocato al teatro”. Con i miei amici di cortile nei caldi pomeriggi estivi, si scendeva sotto casa e il tempo migliore si spendeva a creare storie da far vivere davanti al pubblico adulto. Avevo 7 anni e già organizzavo le m