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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017
Roberto Negri mette in scena FINALE DI PARTITA di Beckett Andato in scena il 25 febbraio al Florian Espace, Pescara Dopo Samuel Beckett la drammaturgia non è stata più la stessa, ma anche la regia e soprattutto il modo di pensare il teatro si sono trasformati in qualcosa di diverso, di più moderno, varcando un punto di non-ritorno che non concede deroghe, se non la post-modernità e la nostalgia. Persino le tante riscritture e rivisitazioni dei classici che si sono affollate nel teatro contemporaneo possono leggersi come l'effetto di una iniezione di veleno beckettiano instillata nelle colonne solide della tradizione. “Finale di Partita” è il testo che sembra chiudere non solo un'epoca, ma un reale spirito di fiducia nelle forme di cui la rappresentazione si compone: l'autorità del testo, dell'attore, del regista sembrano definitivamente destituite. Crea dunque curiosità la parabola ancora in ascesa dell'allestimento curato da Roberto Negri nel 2014, quand
"MILITE IGNOTO – quindicidiciotto” di Mario Perrotta Andato in scena il 25 febbraio 2017 presso l'Auditorium Petruzzi, Pescara di Paolo Verlengia (www.teatrionline.com) Mario Perrotta crede nel teatro, non solo nel suo teatro. Crede nello scambio di energia che si crea attorno all'evento dal vivo, tanto da voler dilatare il tempo dell'esperienza teatrale ben oltre i limiti della durata dello spettacolo, progettando e realizzando con sempre maggiore frequenza dei veri e propri kolossal, apparentemente utopistici in tempi di austerità, ma capaci di coinvolgere un numero elevato di artisti oltre che intere comunità di spettatori. E' il caso di progetti come “ Bassa Continua” o “Una notte sull'Altipiano” del 2015 o di “Versoterra” del 2016, con spettacoli articolati in diverse stazioni narrative e distribuiti su territori vasti, che abbracciano più comuni e che possono durare per giorni interi. Il qui ed ora che fa da principio primario e distintivo
“ I GIGANTI DELLA MONTAGNA – RADIO EDIT” DI ROBERTO LATINI Andato in scena il 18 febbraio 2017 al Florian Espace, Pescara Uno spettacolo non si racconta. Nessun precetto, per carità. E' solo la presa d'atto di una condizione impossibile, talmente vera e rigorosa che -se si vuole- la si può fissare e tramandare come fosse una regola. Il teatro di Roberto Latini non solo non può esimersi da questa regola, ma sembra quasi che muova proprio a partire da essa. Prendiamo ad esempio “I Giganti della Montagna – Radio Edit”, spettacolo a cui Latini approda per stadi e studi graduali, replicando per certi versi l'incedere stratificato con cui Pirandello compose il suo ultimo testo e ne costruì la messinscena, fermandosi prima di poter completare l'opera. Il palcoscenico che si intravede e che si lascia spiare dalla platea nei minuti che precedono lo spettacolo mostra i connotati di un laboratorio dormiente, pronto ad accendersi ed a riempire il vuoto rigoroso di cu
“ QUEL CHE RESTA” di Monica Ciarcelluti (Gruppo Arterie) Andato in scena dal 3 al 5 febbraio 2017 presso Spazio Matta, Pescara di Paolo Verlengia (www.teatrionline.com) “ Quel che resta” per la regia di Monica Ciarcelluti si inserisce nella tradizione della drammaturgia elaborata dalla forma del romanzo, in cui si riconosce una sostanziosa quota del teatro contemporaneo, dal secondo Novecento ad oggi. In questo caso la messinscena parte dal celeberrimo Chiedi alla Polvere di John Fante, testo centrale nella saga di Arturo Bandini, che porge al lavoro di scena spunti prolifici per lo sviluppo di immagini, grazie a temi come l'emigrazione, la povertà, la nostalgia, il sogno del successo. E se la materia narrativa poteva facilmente instradare alle forme del teatro di narrazione, il primo segnale forte che dà lo spettacolo è quello della sua autonomia formale. Monica Ciarcelluti costruisce una drammaturgia che attraversa il testo secondo curve e tornanti, ma procede prin
“ MASCULU E FIAMMINA” DI SAVERIO LA RUINA Andato in scena il 12 febbraio 2017 presso l'Auditorium Petruzzi, Pescara di Paolo Verlengia (www.teatrionline.com) Non c'è dubbio: l'arte del monologo offre al solitario attore la sponda ideale per mettere in mostra -in maniera persino muscolare- la gamma delle sue doti tecniche, istrioniche, mattatoriali. Anzi, queste qualità, spesso più caratteriali che non eminentemente artistiche, sono strutturalmente necessarie per reggere l'obbligo al protagonismo che l'assolo comporta, soprattutto per accompagnare in maniera efficace l'attenzione del pubblico. Sono questioni che attraversano la storia del teatro da secoli, forse da sempre: dai tempi dei giullari e, per certi versi, dei misteri medievali, se non si vuole risalire all'età classica o ai riti più ancestrali delle diverse civiltà. Così oggi, mentre la marginalità economica e mediatica del teatro rende quest'arte povera e missionaria -se non proprio
TIERGARTENSTRASSE 4 – UN GIARDINO PER OFELIA (Khora Teatro) Andato in scena il 4 e 5 febbraio 2017 al Florian Espace, Pescara “ T4 – Un giardino per Ofelia” è uno spettacolo che dispiega in maniera quasi espositiva le doti registiche di Daniele Muratore, benché si riferisca soltanto ad uno dei suoi molteplici ambiti d'azione, cui si è aggiunto negli ultimi anni il campo delle collaborazioni in importanti format televisivi nazionali. In questo allestimento si può riconoscere la passione per i temi sociali, che vede Muratore impegnato in progetti ministeriali per il coinvolgimento di detenuti o di anziani in attività creative e culturali, e che rientra in una più generale riflessione sul modello di un teatro aggiornato alle modalità sociali e comunicative dell'oggi. Il testo scritto da Pietro Floridia si inserisce nel genere della drammaturgia di argomento storico, pur mantenendosi abbondantemente al di qua delle forme del teatro documentario . L'attenzione dell