"CINQUE
AGOSTO" di Serena Di Gregorio
In scena il 10 e 11 dicembre al Teatro della
Vetreria di Castiglione del Lago (PG)
Cinque Agosto di Serena Di Gregorio è uno
spettacolo dalla capacità aggregante, in grado di parlare a tutte le
tipologie di pubblico, agli spettatori abituali del teatro come a chi
di norma familiarizza poco con l’ambiente e con il linguaggio
teatrale, ai giovanissimi come ai mediamente giovani o a coloro che
giovani sono stati, per via di un soggetto con cui l'attrice
abruzzese (qui al debutto nei panni di autrice) ha inteso
approfondire il tema della memoria, importante per la sua persona
prima che per i suo percorso professionale. Ma la memoria rievocata
in Cinque Agosto non ha i toni seriosi del documento storico
né le forme rigide del teatro di narrazione. Per contro dà
spettacolo di sé attraverso la storia di una festa dal candore
popolare e fiabesco, dedicata al miracolo che la tradizione locale
(siamo a Montesilvano, paese d'origine dell'attrice) suole attribuire
alla Madonna, per via di una leggendaria nevicata estiva che avrebbe
salvato dalla siccità una comunità evidentemente ancora rurale in
un passato imprecisato, perduto nella zona immemore del racconto
tramandato di persona in persona come mito unificante ed identitario.
Quando il teatro è vero teatro, la brillantezza di
un testo non si impone nella dimensione della lettura o della
meditazione, ma si fa spettacolo tutto per gli occhi, senza con ciò
perdere nulla in quanto a profondità di contenuti. La scrittura di
Serena Di Gregorio guadagna i primi carati di purezza artistica
proprio nel condensare i racconti da lei setacciati personalmente sul
territorio (una lunga serie di interviste con gli anziani di
Montesilvano, paese natìo dell'attrice), trasformandoli in oggetti
visibili, sia sotto forma di elementi di scena che di emblemi
verbali. Lungo i cinquanta minuti dello spettacolo, l'attrice compone
quasi da ferma una gestografia continua, dove praticamente ogni
parola trova la sua codificazione corporea quasi come in una danza
orientale, per una performance di enorme dispendio energetico,
dissimulata dietro una veste folk spumeggiante ed una fissità
scenica solo apparente, ma che in realtà assomiglia ad un rigoroso
numero di equilibrismo.
Già prima dell’inizio dell’azione, la scena
mostra la presenza di un progetto completo, con un impianto
scenografico che pone immediatamente al di fuori dei perimetri del
teatro d’attore. L’effettistica recitativa prodotta da Serena Di
Gregorio si fonde con quella del congegno scenografico realizzato
assieme ad un artista visuale come Paride Petrei, secondo il modello
di un carillon di ricordi che però non dimentica mai la sua
funzionalità di scena. L’elemento più veloce nel guadagnare lo
sguardo dello spettatore è una lunga fila di lucine da festa,
sapientemente semplice nella linea morbida della sua disposizione,
come cornice alta di una pedana quadrata rialzata, che lascia intuire
l’impiego di botole per effetti scenici, ma presagisce anche lo
spazio assai residuale concesso al movimento della performer. Lei
entra in scena con passo deciso e le linee oblunghe della sua
fisicità giocano inizialmente ad intarsiare un personaggio
atemporale, una bambina di provincia o una adolescente naiv,
dall’eloquio torrenziale contrappuntato da piccoli tic compulsivi e
repentini switch dialettali.
Movimenti e sonorità dell’attrice vengono così
ad intrecciarsi perfettamente con le “animazioni” di una
scenografia illusionistica che in determinati momenti quasi vive e
respira, cadenzando l’impaginazione di una storia in cui rivive una
intera pagina di storia nazionale, dal dopoguerra
all’industrializzazione, mentre la protagonista cresce e percorre
le tappe delle diverse età.
Ma soprattutto non va dimenticato un dato di
primaria evidenza: si ride moltissimo in “Cinque Agosto”, di
cuore. Ed oltre a questo, c'è spazio per la sorpresa e per un
coinvolgimento a più livelli. Le prove di abilità tecnica già
commentate fanno da pura strumentazione posta al servizio del
pubblico, quasi nascondendosi e mimetizzandosi tra buio e luce.
Eppure è solo grazie ad una maestria profonda che il racconto
nazional-popolare riesce a sfuggire dalle sacche automatiche della
retorica. Ed è solo per via di momenti di artisticità autentica che
nella seconda parte dello spettacolo l’emozione riesce a vincere le
ultime resistenze anche negli spettatori più scafati.
Paolo Verlengia
TEATRIONLINE (Il Portale Italiano dell'Informazione Teatrale)
Paolo Verlengia
TEATRIONLINE (Il Portale Italiano dell'Informazione Teatrale)
CREDITS:
“Cinque Agosto”
con Serena di Gregorio
Testo: Serena Di
Gregorio
Regia: Serena Di
Gregorio
Scenografia: Paride
Petrei, Serena Di Gregorio
Produzione: Serena Di
Gregorio / Florian Metateatro
Genere: Monologo
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