Teatro del Lemming in
CANTAMI ORFEO
Andato in scena al Florian Espace
il 7 e l'8 dicembre
“Non ti voltare”. Tre
parole ineluttabili, cinque sillabe attese già prima di arrivare a
teatro dal singolo spettatore di “Cantami Orfeo”. Attraverso
l'ultimo lavoro di Teatro del Lemming rivive in maniera quanto
mai centrale una problematica organica al teatro, quella che
concettualmente si definisce autonomia del linguaggio teatrale,
ma che all'atto pratico si concretizza in questioni e situazioni
assolutamente tangibili. Sorprendere lo spettatore o incontrarlo su
di un territorio conosciuto? Guidarlo o lasciarsi guidare? E l'elenco
potrebbe proseguire.
Con i miti classici -come
in generale con il repertorio tradizionale- si ha difatti a che fare
con personaggi, vicende e parole che il pubblico sente di possedere
personalmente ed affettivamente, oltre che spesso materialmente sotto
forma di libro. La messinscena viene ad agire su di un tessuto
delicato ed intimo, fatto di attese molto spesso inconsapevoli ma non
per questo cedevoli.
A riguardo, Teatro del
Lemming decide -per sua missione programmatica- di non cullare le
spinte più conservative nei suoi spettatori, a cui si rivolge non a
caso nella loro individualità o nella loro coscienza di comunità
minima. Nel caso di “Cantami Orfeo” il numero dei partecipanti
ammessi ad ogni replica è fissato attorno alla cifra di venti, per i
quali l'impianto di scena e di prospettiva viene deformato a partire
dalle percezioni più immediate. Il palcoscenico coperto di
materassi, trasformato in giaciglio “com-unitario” è il segno
più letterale di questo congegno dedicato al mito di Orfeo ed
Euridice (il sonno, la morte, la narcosi prodotta dall'arte), mentre
l'elemento più caratteristico sta nel sistema di direzioni su cui
poggia lo spettacolo: un gioco di verticalità e profondità, l'una
fissa, l'altra cangiante. La visione è posta in alto, dove compare
la figura di Euridice, che Chiara Elisa Rossini sa rendere con tratti
arcani ed atemporali, sospesa su di un asse di legno centrale che
almeno per collocazione può ricordare un trapezio circense. In
realtà, Euridice è distesa anche lei, duplicando la posizione
supina del pubblico, che raggiunge solo tramite la voce e la
rifrazione della sua immagine, catturata ancora più in alto dalla
volta di un ampio specchio. Questo viene sì a chiudere materialmente
una sorta di box set rovesciato, ma all'atto pratico
moltiplica l'abisso della sua profondità, replicando in alto la
lunghezza dei piani, che di tanto in tanto vengono interrotti nella
loro illusorietà dalla presenza reale di Euridice, quando lei si
affaccia dal suo “trapezio” rivolgendosi in basso ed accorciando
la distanza della visione, secondo modi che si potrebbero paragonare
a quelli del primo piano cinematografico, alternato al campo lungo .
In questo montaggio
di realtà, sensorialità ed apparenza, solo lo spettatore è
impossibilitato a voltarsi, ed il fatale errore di Orfeo ha
paradossalmente un che di liberatorio e vitale rispetto alla
condizione fissa del pubblico. Visione è dunque il concetto
più appropriato per un'azione che manca volutamente
all'appello, rimpiazzata dalla presenza immateriale del canto orfico:
la musica composta ed eseguita dal vivo da Massimo Munaro fa da
traccia portante per un corpo di componimenti lirici diversi (Rilke,
Ritsos, lo stesso Munaro oltre che Ovidio ed altri) recitati ed
intrecciati a due voci, con il mito antico che si lega alle tensioni
del mondo attuale.
La scena che si capovolge
svela un concetto di attore che si ritrae dal protagonismo del suo
destino e si mostra agli occhi per effetto di un puro riflesso. Così,
la corporeità effettiva dello spettacolo viene apportata dal
pubblico, unico reggente in scena di una gravità che lega al suolo
il respiro dei vivi.
Paolo Verlengia
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www.teatrionline.come
CANTAMI ORFEO
Con Chiara Elisa
Rossini e Massimo Munaro
Musiche e Regia:
Massimo Munaro
Assistenza Tecnica:
Alessio Papa
Elementi Scenici:
Luigi Troncon
Produzione: Teatro del
Lemming
Florian Metateatro –
Stagione 2016-17 “Teatro d'Autore ed altri linguaggi/Scenari
Musicali”
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