"MILITE
IGNOTO – quindicidiciotto” di Mario Perrotta
Andato
in scena il 25 febbraio 2017 presso l'Auditorium Petruzzi, Pescara
di
Paolo Verlengia (www.teatrionline.com)
Mario
Perrotta crede nel teatro, non solo nel suo teatro. Crede nello
scambio di energia che si crea attorno all'evento dal vivo, tanto da
voler dilatare il tempo dell'esperienza teatrale ben oltre i limiti
della durata dello spettacolo, progettando e realizzando con sempre
maggiore frequenza dei veri e propri kolossal, apparentemente
utopistici in tempi di austerità, ma capaci di coinvolgere un numero
elevato di artisti oltre che intere comunità di spettatori. E' il
caso di progetti come “Bassa
Continua” o “Una notte sull'Altipiano” del 2015 o di
“Versoterra” del 2016, con spettacoli articolati in
diverse stazioni narrative e distribuiti su territori vasti, che
abbracciano più comuni e che possono durare per giorni interi.
Il
qui ed ora che fa da principio primario e distintivo del
teatro, unisce la gloria olimpica del passato con le necessità più
prosaiche dell'oggi: la tangibilità di un evento concretamente
verificabile davanti a noi assume i tratti dell'antidoto in tempi di
post-verità, così inconfutabilmente reale da potersi
permettere di svanire nel nulla come cipria nell'aria dopo la parola
fine, senza lasciare traccia in nessuno strumento di memoria
riproducibile se non nel ricordo soggettivo (tutto interiore e
persino fallace) di ogni singolo spettatore. Sono questioni di ordine
generale, degli universali che appartengono alla teoria oltre che
alla pratica del teatro, ma sono anche gli spunti che sgorgano
spontaneamente alla fine dello spettacolo, quando Mario Perrotta si
intrattiene con appassionata generosità assieme al pubblico
pescarese, raggruppatosi attorno all'ultima replica del suo
acclamatissimo “Milite Ignoto – quindicidiciotto”, in occasione
del Festival “La Cultura dei Legami” organizzata dalla compagnia
Teatro Immediato.
Forse
il teatro di Perrotta non è mai stato un rappresentante cristallino
del fortunato filone della narrazione, rispetto al quale si è
mosso su binari spesso paralleli, ma in questo lavoro il confronto
giunge a chiarimenti definitivi, toccando punti di riflessione
interessanti. L'attacco di “Milite Ignoto -quindicidiciotto”
mostra per certi versi i tratti del linguaggio cinematografico. Il
ritmo della parola è subito alto, cadenzato con nettezza, tanto da
creare un effetto tambureggiante di tipo eufonico, che raggiunge lo
spettatore lungo livelli diversi: uno musicale, dove domina il suono
dei significanti; l'altro razionale, attivato dal significato delle
parole “percosse” dall'attore (quasi un aédo in questa
primissima sequenza). E le parole non si legano tra loro per cucire
la trama di un racconto coeso, non ancora. Per ora decidono di
lanciare singole immagini che si susseguono come scatti fotografici,
seguendo il procedimento -per l'appunto- del montaggio filmico.
Perrotta segue l'urgenza di rendere da subito la dimensione disumana
della trincea, che nessun resoconto tecnico o puramente storico può
ricostruire nelle sensazioni.
Una
volta costruito questo ponte, la pasta della comunicazione si apre,
ma il narratore resta coperto da una sorta di manto cangiante, ad
onta dei vestiti semplici materialmente indossati. Perrotta non
incarna un personaggio scelto a testimone di una storia, con il quale
magari giocare entrando ed uscendo dalla narrazione in prima persona.
Il pastiche linguistico è l'altro elemento forte di “Milite
Ignoto” attraverso il quale sembra unirsi nelle fattezze di un
unico individuo un intero popolo di italiani ed un intero intrico di
dialetti italici. Le singole frasi possono avere un abbrivio in
lombardo per poi concludersi in siciliano, inciampando magari in un
avverbio toscano. Fuori dagli stilemi, questa ricerca verbale
inquadra la vicenda storica e tragica della guerra dentro una
prospettiva spietatamente umana e semplice, passando dalle
sofisticate analisi degli studiosi al ragionamento immediato della
gente comune. La condizione di disumanità si accompagna così con
una sensazione epidermica di illogicità, che connota il piano delle
decisioni politiche, ma che lo sguardo degli umili smaschera con
immediatezza. Prova di notevole precisione attorica da parte di
Perrotta lungo una performance in cui il ritmo mantiene una frequenza
altissima e costante, pur mascherandosi dietro apparenti momenti di
alleggerimento costruiti a favore della fruizione.
“Milite
Ignoto – quindicidiciotto”
uno
spettacolo di e con Mario Perrotta
tratto
da
"Avanti
sempre" di
Nicola
Maranesi
e
da
"La
Grande Guerra, i diari raccontano" un
progetto a cura di
Pier
Vittorio Buffa e
Nicola
Maranesi per
Gruppo
editoriale L’Espresso
e
Archivio
Diaristico Nazionale
Regia:
Mario Perrotta
Collaborazione
alla regia: Paola Roscioli
Luci
e suoni: Eva Bruno
Organizzazione:
Silvia Ferrari
Produzione:
Permàr Produzione
Permàr
/ Archivio Diaristico Nazionale / dueL / La Piccionaia
in collaborazione con la Struttura di Missione per il centenario della Grande Guerra
e l’Archivio Diaristico Nazionale
in collaborazione con la Struttura di Missione per il centenario della Grande Guerra
e l’Archivio Diaristico Nazionale
Festival
“La Cultura dei Legami” 2017 - Terza edizione “L'Erranza, Le
Comparse” direzione artistica Edoardo Oliva – Teatro Immediato,
Pescara
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