FESTIVAL
“LA CULTURA DEI LEGAMI” 2017
Bilancio
positivo e nomi di rilievo per la terza edizione del festival
pescarese
Si
chiude domenica 2 aprile con la proiezione di una pellicola storica
come “Una Vita Difficile” di Dino Risi (corredata da una serie di
corti originali) la terza edizione del Festival LA CULTURA DEI
LEGAMI, ideato e diretto da Edoardo Oliva, ed ospitato presso
l'Auditorium Petruzzi di Pescara.
“L'Erranza:
le comparse” è il titolo di quest'ultima edizione, in
riferimento alla linea tematica che ha unito i quattro spettacoli
proposti attorno alla ricorrenza di protagonisti anti-eroici,
dimenticati, talvolta perdenti. Oppure semplicemente ordinari, ma
portatori di ferite camuffate sotto una patina di normalità solo
apparente. In questo modo, il festival ha accompagnato un pubblico
gremito ed affezionato nel passaggio dai rigori invernali alla
schiusura della primavera, lungo quattro appuntamenti domenicali,
arricchiti da due incontri dedicati al cinema, selezionati sempre in
coerenza con il tema centrale (completa il cartellone la proiezione
di Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu).
Ha
inaugurato la rassegna Saverio La Ruina, pluripremiato attore e
fondatore del festival Primavera dei Teatri, proponendo il suo ultimo
spettacolo “Masculu e Fiammina”, fresco del debutto al
Piccolo di Milano. I legami su cui il lavoro di La Ruina focalizza lo
sguardo sono quelli famigliari, che come spesso capita sono al centro
di meccanismi che riguardano il rapporto con la propria identità e
con l'ambiente circostante. L'attore ed autore si appoggia sulla
genuinità di una lingua quasi del tutto prossima al dialetto
calabrese, che però non respinge la fruizione dello spettatore
medio. Ma la lingua è anche proiezione della micro-società in cui è
calata la vicenda del protagonista, il cui racconto è quello
dell'apprendistato di un giovane maschio meridionale che
progressivamente scopre la propria omosessualità, fino a giungere ad
una serena ed illuminata comprensione anche delle resistenze
culturali più reazionarie.
Se
la prova di La Ruina si segnala per la delicatezza dell'approccio, il
secondo spettacolo della rassegna sceglie una prospettiva forte,
quanto più possibile priva di consolazioni. Parliamo di “Milite
Ignoto – quindicidiciotto” di Mario Perrotta, secondo
capitolo del Progetto “Grande Guerra” dedicato al primo conflitto
bellico mondiale, nonché spettacolo che è valso all'attore
salentino la finale ai Premi Ubu nel 2015 (dove per altro ha
conseguito il Premio della Critica e quello per il Miglior Progetto
con la trilogia dedicata alla figura del pittore Ligabue). “Milite
Ignoto – quindicidiciotto” incastra perfettamente la tematica
delle comparse, fornendo voce ai soldati di trincea coinvolti come
massa anonima nella Prima Guerra Mondiale. L'affabulazione di
Perrotta procede con una alternanza di sguardi ora ingenui ora crudi
sullo sviluppo di un evento di portate così poco immaginabili dalla
percezione della popolazione comune. Anche in questo spettacolo la
lingua diventa strumento di manipolazione a cui l'interprete affida
buona parte della composizione: Perrotta crea una multilingua
nazionale, cucita per sovrapposizioni nervose tra i vari dialetti,
dando forma -tassello dopo tassello e parola dopo parola- ad un unico
narratore, in grado di racchiudere in sé un intero popolo di diverse
italianità.
Il
percorso del festival ha quindi collocato nella sua metà la proposta
di una prima. Parliamo di “Gyneceo” ultima produzione
della compagnia pescarese Teatro Immediato, a cui si deve tra l'altro
l'organizzazione del festival. Con “Gyneceo” di Vincenzo
Mambella per la regia di Edoardo Oliva si opera un passaggio netto di
prospettiva sul mondo femminile, dopo la riflessione sul gender
contenuta nel lavoro di La Ruina e la maschilità frammentata,
sovra-individuale proposta da Perrotta. Il luogo cui allude il titolo
è una cucina dismessa dove si ritrovano come vecchie amiche tre
donne (Maria Pia Di Domenico, Tiziana Di Tonno, Valeria Ferri), che mostrano di conoscersi approfonditamente pur appartenendo
a tre diverse generazioni. Gesti semplici, carichi di antica
sapienza, che stimolano racconti non solo ameni e persino
confessionali, sembrano instradare ad un lavoro prevedibile. Ciò che
non è prevedibile è il punto di svolta contenuto nella seconda
parte, che oltre a veicolare svelamenti e sciogliementi di intreccio
rivela la funzione strumentale di depistaggio costituita dalla prima
metà dello spettacolo.
La
tetralogia delle comparse incontra il punto di raccordo conclusivo
-oltre che il suo vertice alto- in “Caprò”, la produzione
precedente di Teatro Immediato, spettacolo long-seller capace
di restare in cartellone per più di tre mesi con presenze da tutto
esaurito costante, tanto da raggiungere il prestigioso invito alla
prossima edizione di Primavera dei Teatri. Come con “Gyneceo”, la
drammaturgia di Vincenzo Mambella si sofferma sui legami famigliari,
alla ricerca di strappi e naufragi che alimentano destini tragici
privati. Torna in “Caprò” la lingua semplice e “sporca” del
popolo più umile che ha caratterizzato i lavori di La Ruina e
Perrotta, sospesa invece in “Gyneceo”, e sostenuta in scena dalla
prestazione superlativa di Edoardo Oliva. Ciò che distingue
principalmente quest'ultimo spettacolo in rassegna è l'equilibrio
drammaturgico per cui il mondo richiamato dalla lingua dialettale non
assume i connotati di una bonaria semplicità ormai perduta,
mostrandosi per contro come quel meccanismo di approssimazioni
comunicative ed affettive che producono tragedie soffocate, senza
testimoni altri se non quello ultimo del narratore teatrale. Al
contempo, lo spettacolo fornisce la dimostrazione più plastica di
come un testo ricco di chiaroscuri possa uscire dalla sufficienza
delle convenzioni teatrali solo quando viene riempito dal lavoro
attoriale rigoroso, dove la lucentezza del talento viene trasformata
in illuminazione e luce da una sorveglianza etica del lavoro
medesimo.
Paolo Verlengia
TEATRIONLINE
– Il Portale Italiano dell'Informazione Teatrale
www.teatrionline.com
Festival
LA CULTURA DEI LEGAMI (L'Erranza: le comparse)
direzione
artistica Edoardo Oliva
12
febbraio/2 aprile 2017
Auditorium
Petruzzi, Pescara
Organizzazione
Teatro Immediato
in
collaborazione con Museo delle Genti d'Abruzzo (Pescara)
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